La genealogia lucana: aspetti di un approccio cronologico inesplorato

In alcuni post ci siamo occupati della genealogia lucana (vedi categoria) tracciandone le grandi linee cronologiche che essa disegna. Sostanzialmente sono quattro le tranches che si sviluppano da Adamo e giungono a Gesù per un totale di 3923 anni. La prima è Adamo-Nochè (Noè) e conta 10 generazioni di 106 anni per un totale di 1060; la seconda è Nochè-Abramo e conta 12 generazioni di 74 anni per un totale 888 anni; la terza è Abramo-Davide e conta 17 generazioni di 58 anni per un totale 986 anni e infine l’ultima da Davide a Gesù che conta 43 generazioni di 23 anni ciascuna per un totale di 989 anni.

Diciamo subito due cose:

  1.  Come dimostra la tabella seguente questi totali emergono solo se dalla seconda tranche l’inizio e la fine delle singole tranches ripetono l’antenato. E’ così che abbiamo due volte Noè  che chiude la prima tranche e apre la seguente; poi abbiamo che Abramo segue la stessa frequenza; Davide ugualmente, mentre Gesù si ripete due volte per raggiungere, dall’Anno Mundi, un “ipotetico” anno zero che conclude la genealogia. Lavoro sui generis alcuni lo giudicheranno, ma invito alla pazienza, perché riserva sorprese che aprono a considerazioni interessanti nell’ottica di una rivalutazione della genealogia in questione, secondo noi.
  2.  In un precedente post ci eravamo già occupati di queste tranches ma non eravamo ancora al corrente che quella da Davide a Gesù si differenzia molto dalla genealogia di Matteo che si sviluppa per generazioni di 35 anni. Per questo motivo avevamo sommato alle prime tre tranches i 490 anni indicati da Matteo che ci parla di 14 generazioni di 35 anni tra Davide e Gesù. Questo perché non eravamo ancora a conoscenza che per lo stesso periodo Luca offre 43 generazioni di 23 anni esatti e perciò si creava un vuoto di 484 anni perfettamente coincidente con gli anni di regno di Giuda. Ancora non siamo in grado di sapere se tutto ciò costituisca un errore, perché le due genealogie si sono rivelate, come vedremo, capaci di più finalità che danno luogo ad aspetti diversi tra loro e dunque a cronologie che perseguono, sebbene all’interno di un unico contesto, scopi e calcoli diversi che potrebbero anche caratterizzarsi per elementi che accomunano Luca a Matteo.

La tabella che segue, entrando in argomento, ha calcolato cronologicamente tutte le generazioni lucane che da Adamo si susseguono fino a Gesù. Abbiamo fatto questo perché certi che all’interno della genealogia lucana si celassero informazioni importanti che avrebbero solo potuto emergere dai calcoli piucché dalla linea genealogica. Pensiamo di aver fatto bene alla luce di quanto è emerso, che però è solo un primo abbozzo di ricerca che ha il solo fine di stimolare coloro che possono dedicarsi all’argomento con più profitto.

La genealogia lucana alla luce di quanto ha evidenziato il blog necessita, infatti, di uno studio nuovo che ne esplori anche la cronologia, spesso dimenticata, ma insita in una genealogia che si voglia inserire in contesto cronologico, magari quello già descritto dal blog che traccia la storia d’Israele e dunque la genealogia di Gesù che è sempre storia, ma osservata da un punto di vista particolare e per altri scopi, seppur non esulanti dal contesto cronologico universale.

Ecco la nostra tabella genealogica che offre solo spunti al momento, ma molto interessanti che spero attirino l’interesse del lettore

 

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La prima cosa da notare, nell’ottica di una genealogia di Gesù, sono quegli 888 anni tra Nochè e Abramo i quali non sono frutto di una coincidenza, perché 888 è la ghematria di Ἰησοῦσ (Gesù), aspetto ghematrico che definisce una genealogia a Lui rivolta perché ne descrive tutti gli antenati per “come si credeva” (Lc 3,23). Questo periodo, alla luce degli 888 anni che lo compongono, risulta interessante a sufficienza per un’indagine ad hoc che risponda a due domande: qual è il significato che la lettura ghematrica potrebbe avere nelle singole generazioni che la compongono? Nel complesso genealogico descritto da Luca, quel periodo di 888 anni per cosa si caratterizzò se fa appello a Gesù, sebbene nella sua accezione ghematrica? Domande che nascono spontanee se non si adduce tutto al caso che, alla luce di quanto stiamo per scrivere, non crediamo sia da tirare in ballo.

Infatti, la tabella mostrata sopra considera anche il ramo materno della genealogia, cosa che nessun altro fa, stando a wiki, perché solo con quello essa incrocia cronologicamente il dato storico del 989 a.C. come primo anno di regno di Davide; il 667 a.C. come anno della costruzione della porta superiore del tempio e il 644 a.C. come primo anno di regno di Ezechia. Ovvio che stiamo parlando della cronologia che caratterizza il blog, la quale però risulta essere perfettamente allineata con l’evidenze lucane, come vedremo. Tale ramo femminile, quindi, costituisce a tutti gli effetti una generazione e deve rientrare, magari non necessariamente sempre, nel computo.

La natura cristologica della genealogia lucana non si esaurisce nell’esempio citato. Essa, infatti, si completa alla ventinovesima (trentesima contando due volte Davide) generazione che indica un chiarissimo Gesù. Un Gesù che in Gv 10,7 si equipara alla porta che noi già sappiamo, grazie all’omonima categoria che contiene tutti i post dedicati all’argomento, essere la porta superiore del tempio . 

Quella porta fu costruita nel 668/667 a.C. perché non solo una cronologia dei Re colloca in quell’anno il regno di Jotam, artefice del progetto (2Re 15,35), ma anche perché i calendari sabbatici e giubilari sovrapposti a quella cronologia indicano quell’anno come eccezionale, perchè sabbatico e giubilare assieme. Questo spiega come mai durante il regno di Jotam si costruì la porta superiore del tempio, unica modifica strutturale al tempio in mille anni di storia (Salomone-Erode). Il cantiere fu aperto per celebrare degnamente un evento che si verificava solo una volta ogni 350 anni e quel 668/667 a.C. fu uno di quelli.

La costruzione della porta superiore del tempio, quindi, permise al tempio di raggiungere il suo massimo splendore, ecco perché Gesù si paragona ad essa in Gv 10,7 ed ecco perché la genealogia lucana pone esattamente in quell’anno un antenato con il suo stesso nome, se non Lui stesso addirittura, cosa che renderebbe la genealogia lucana una pagina tutta da ristudiare.

La coincidenza tra l’anno sabbatico e giubilare che vide nel 668/667 a.C. la costruzione della porta superiore del tempio e la generazione di “Gesù”, cioè la ventinovesima o trentesima, permette la comprensione di un passo che il blog aveva già interpretato in quel senso, quando aveva scritto chiaro che quella porta citata in Gv 10,7 non ha nessuna relazione con il porticato di Salomone, come si scrive, ma fu la porta superiore del tempio che fece da cornice al capitolo 10 di Giovanni, come testimonia anche la perfetta coincidenza della generazione lucana che indica “un Gesù” nell’anno esatto della sua dedicazione.

Vorremmo fermarci qui perché coscienti che già il materiale offerto è notevole e si rischia la confusione nella mente del lettore, ma non posso non completare il discorso facendo presente che non è un caso che la genealogia lucana “datata” come mostra la nostra tabella, offre la generazione successiva al 667 a.C. ferma al 644 a.C. quando 644 è ghematria di Ἐμμανουήλ (Emmanuele) e questo riconduce all’oracolo più studiato di tutta la Scrittura: quello dell’Emmanuele che ha diviso Ebrei e cristiani per duemila anni.

Ce ne siamo già occupati qui e siamo giunti alla conclusione che la lettura ghematrica sia l’unica a far cessare le polemiche, perché rivela, con quel 644 di Ἐμμανουήλ, Ezechia nel suo primo anno di regno (644 a.C.), stando alla nostra cronologia, e questo ne fa il protagonista dell’oracolo perché quel primo anno di regno riassume simbolicamente tutto quanto il suo governo dando però ragione agli uni e agli altri.

Infatti, proprio perché non è Gesù è Gesù perché quel greco che permette la lettura ghematrica è neo-testamentario e dunque Ezechia prefigura il Cristo e il suo regno messianico, se l’oracolo lo è messianico. Dunque abbiamo che alla .ventinovesima generazione si cita “gesù”, antenato di Gesù se non Gesù stesso e a seguire, nella ventottesima generazione, l’Emmanuele, cioè Ezechia, tanto che quella contiguità non può essere casuale, se non fosse altro perché storica come storico è il 668/667 a.C. e il 644 a.C. poiché emergono da una cronologia che nel primo caso incrocia alla perfezione due calendari (sabbatico e giubilare); nel secondo si fa forte di una cronologia dei Re dimostrata un’infinità di volte quella che la Bibbia da sempre propone, sebbene altre cronologie, ritenute storiche, le siano state attribuite nottetempo creando dei veri e propri nonsense nel quadro cronologico biblico.

Ecco dunque la genealogia di Luca, cioè la genealogia di Gesù che non poteva essere altrimenti perché si compone di tranches di 888 anni, quando 888 è la ghematria stessa di Ἰησοῦσ; poi Lo colloca non sotto il porticato di Salomone, ma sotto la porta superiore del tempio costruita nel 668/667 a.C. in anno sabbatico e giubilare, quello che più di ogni altro si presta a un oracolo messianico che ne fa l’Emmanuele nel 644 a.C.

Tutto questo è emerso dando un preciso valore cronologico alle generazioni lucane che non esauriscono la loro funzione nella lunga lista di nomi, perché forse è più importante la lunga somma di numeri, ben lungi dall’essere compresa perché nuova agli occhi degli studiosi. Ma lo abbiamo scritto: questo post vuole solo attirare l’attenzione su una pagina lucana ritenuta lacunosa ed esaurita, quando è ancora capace di spunti di assoluta importanza, tanto che in un un ipotetico libro essa necessariamente non si potrebbe esaurirsi in alcuni paragrafi, ma occuperebbe un intero capitolo, tanto è importante, secondo noi.

 

8 pensieri su “La genealogia lucana: aspetti di un approccio cronologico inesplorato

    1. Non ne scelti uno a caso o alla bisogna. Ho assunto quelli che l’esegesi indica, cioè l’anno sabbatico precedente di 2 anni la caduta di Gerusalemme per mano di Nabucodonosor e l’anno sabbatico in Maccabei.
      Quest’ultimo è discusso se sia il 164/163 (ipotesi minoritaria) o il 165/164 (ipotesi maggioritaria) in ogni caso io ho assunto il 164 a.C. che poi ho sottratto al 507 a.C., anno di due anni precedente la caduta di Gerusalemme, della mia cronologia dei Re (con tutte le altre sono certo che produrrà decimali) ed ecco il conto:
      (507-164) : 7 = 49
      Questo, a mio parere, prova che non solo l’anno 164 indicato dagli studiosi è esatto, ma anche la cronologia dei Re che ho ricostruito è altrettanto esatta e il 507 precede di 2 anni la caduta di Gerusalemme

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      1. “La coincidenza tra l’anno sabbatico e giubilare che vide nel 668/667 a.C. la costruzione della porta superiore del tempio…” in un anno sabbatico?

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      2. Mi scusi, ha ragione ho preso mnemonicamente quanto riporta 2Re, cioè che Iotam “costruì la porta superiore del tempio”. Avrei invece dovuto scrivere che nell’anno sabbatico e giubilare del 668 a.C., durante il regno di Iotam, si dedicò tale porta e questo sarebbe stato più giusto.
        Non me ne voglia.

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      3. “La prima è Adamo-Nochè (Noè) e conta 10 generazioni di 106 anni per un totale di 1060; la seconda è Nochè-Abramo e conta 12 generazioni di 74 anni per un totale 888 anni; la terza è Abramo-Davide e conta 17 generazioni di 58 anni per un totale 986 anni e infine l’ultima da Davide a Gesù che conta 43 generazioni di 23 anni ciascuna per un totale di 989 anni.”

        Non mi è chiaro la definizione di generazione e della diversa durata, che va da 106 anni a 23.

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  1. Le confesso che anche a me sfugge il senso, ma i conti tornano. Quegli 888 anni da Noè ad Abramo non ricordo come e perché li abbia considerati, di certo, se ci fa caso, quel 888 è ghematria greca del nome proprio Gesù.
    Sappia, inoltre, che è stata prorio questa la genealogia lucana, quella di cui stiamo discutendo, che nel 2018 mi fece mettere in un post un punto interrogativo sul 2020 calcolato per tranche di 497 anni dalla generazione di Aram.
    Questo significa che nell’aprile del 2018 io già sapevo che nel 2020, anno sabbatico, sarebbe accaduto qualcosa di epocale, cioè che avrebbe segnato la storia e questo è stato il covid.
    Legga la categoria “Gli altari della storia” o “altari” così capirà forse un po’ di più.

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  2. Le facilito il compito perché la categoria “altari” è ampia. Se vuole sincerarsi che già nel 2018 avevo calcolato un fatto epocale come il covid esattamente nel 2020 legga “La storia infinita”. Ecco perché le dico che i conti tornano

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  3. Non solo le facilito il compito, ma la ringrazio sentitamente perché mi ha dato modo di capire con precisione quale fosse il fatto epocale del 1026, anno in cui ero riuscito solo a mettere un punto interrogativo perché non segnava niente di così importante.
    Adesso ho tolto l’interrogativo e ho scritto Il Grande scisma tra Oriente e Occidente che a tutt’oggi è discusso nella sua datazione fissata convenzionalmente nel 1054. No, la sua origine risale al 1026 e adesso è davvero tutto chiaro, almeno per me. Grazie!

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