Campane a festa

Quando è iniziato il Medioevo? Quando è finito? Cosa ha rappresentato e quale è stata la sua anima? Tutte domande a cui mi pare si sia data una risposta convenzionale perchè è difficile tracciare la biografia della storia profonda o, in ogni caso, dalle sorgenti incerte.

Nella nostra pochezza vogliamo contribuire alle ipotesi già conosciute, ma da una visuale insolita che però ci è tipica se accettate l’idea che quei mille anni di Apocalisse in cui Satana sarà legato non appartengono a un simbolismo sfuggente ma sono storia: quella medioevale. Quei mille anni quindi sono letterali, per noi, e hanno un preciso inizio e una precisa fine cronologicamente, cioè partono dal 586 d.C. e finiscono nel 1586.

Se non abbiamo bisogno di alcun aiuto per il 1586, perchè anni di Sisto V Peretti e dello stupro devastante della Vulgata, abbiamo invece bisogno del consiglio degli studiosi per comprendere il 586 d.C., quando la Spagna si convertì dall’arianesimo al cattolicesino.

Solo gli studiosi del periodo possono comprendere, condividere o criticare la nostra idea e il termine a quo dei mille anni apocalittici, comprendere cioè quale fu la reale importanza del cattolicesimo spagnolo nascente inserito nel contesto europeo. Comprenderne anche la portata sia nazionale che continentale e quali furono nei secoli gli influssi non solo politici, ma ancor più religiosi.

A noi adesso basta porre il primo termine, il 586 d.C., e calcolare una parabola che non è e mai fu, secondo noi, simbolica, ma storia a tutti gli effetti. Il contributo degli altri, ben più preparati di noi, saprà dirci se davvero tutto inizia nella penisola iberica, mentre da soli, mi si perdoni, sappiamo valutare il 1587 di Sisto V Peretti che si trova ad essere il protagonista assoluto del rilancio politico religioso e, perchè no, economico di un altro simbolo spesso travisato: il drago di Apocalisse.

Fu con Sisto V che si devatò falsandola nel profondo la Vulgata riscrivendola di sana pianta e ancor più alterando libri, capitoli, versetti e lettere tanto da renderla un guazzabuglio da cui è difficile uscirne. La Vulgata era stata non tanto la carta coastituzionale del Medioevo, ma la sua anima, un’anima venduta a Satana e per questo fu sciolto dalle catene, cioè “liberato”.

E’ giocofroza pensare allora che se Satana fu liberato, per mille anni fu incatenato, incatenato proprio dalla Vulgata che era superiore a qualsiasi autorità che non fosse la voce stessa di Dio. Ecco la catena tenuta in mano dall’angelo di Apocalisse ed ecco ciò che liberò Satana: la falsificazione della Vulgata che lo rese libero dalle catene dopo mille anni esatti di penitenza, quasi un ultimo tentativo di redimerlo, ma farà peggio di prima.

Ecco dunque i mille anni di Apocalisse sotto un’altra luce, una luce anch’essa storica sebbene appartenga a un immaginario troppo spesso liquidato frettolosamente, perchè noi viviamo quegli ultimi tempi in cui il mostro, cioè il drago, è sciolto dalle sue catene e lo è dal 1587 esatto dopo mille anni di carcere iniziati nel 586 d.C.

Questo è in fondo cosa mi preme dire, cioè che viviamo gli ultimi tempi evangelici e la campana del si salvi chi può è suonata da un pezzo. Nessuno si meravigli di tempi matti; nessuno si meravigli delle assurdità e del Peccato: i tempi sono quelli del Mysterium iniquitatis in atto.

Possiamo certamente avere torto, ma a noi è venuta in mente la malsana idea di porgere non la mano alla gente che ancora sopravvive trincerata, ma offriamo, come i Padri del deserto di fronte a chi stava annegando, il bastone e non la mano per non farsi coinvolgere direttamente nella disgrazia, cosa da evitare perchè i morti non sarebbero più uno ma due.

Mala tempora currunt scriveva mi pare Cicerone, ma neanche lui, con tutta la sua fantasia, avrebbe potuto immaginare il drago libero di scorazzare casa per casa suonando le campane a festa.