Fino alla porta del diavolo e non oltre

C’è un versetto che tutti o quasi conoscono del Vangelo ed è quella che c’invita, su richiesta di Pietro, a perdonare settanta volte sette. Non crediamo che Gesù abbia inventato la locuzione nell’istante, ma che al contraro si sia ispirato all’Antico Testamento, tanto è vero che sia in Caino che nel suo discendente Lamec quella formula ricorre, sebbene in maniera diversa.

Infatti, Caino avoca a sè la giustizia divina dicendo che chi si vendicherà di lui sarà castigato sette volte tanto (Gn 4,15); mentre per Lamec lo sarà 77 volte (Gn 4,24). Pensiamo che Gesù non abbia, allora, fatto altro che citare questi due esempi tanto è vero che forse in origine l’invito di Gesù fosse quello di perdonare settantasette volte sette e non solo settanta. Del resto la stessa età di Lamec fu di “settecentosettantasette anni” (Gn 5,31) a riprova che anche con la sua età Lamec si presta a una formula che non considera, almeno stando alle sue origini, al 70 volte 7, ma 77 volte 7, ossia 777 se non altro visivamente o per semplice assonanza.

Se così fosse, se Gesù si fosse ispirato davvero a Caino e a Lamec noi saremo di fronte all’ovvio, perchè non ci rimane che contare per conoscere il numero esatto di volte che al momento sono un per sempre o sempre un pò confuso.

La moltiplicazione è davvero semplice e offre un prodotto di 539 cifra che a molti dirà ben poco, ma a noi dice tutto tanto che ci ha spinti a scrivere un post. Prima però di addentrarci nella nostra esegesi permettetemi di citare quella altrui tratta dalla BJ che tra Caino e Lamec vede, a fronte della cifra e dell’offesa, un crescendo smisurato di odio e violenza tanto da dedicargli una precisa nota (Gn 4,24)

Se infatti Caino ha ucciso per invidia suo fratello ed è tutelato da una vendetta che vedrà il settuplo, Lamec, sebbene abbia ricevuto un livido e ucciso per questo un ragazzo, riceverà una vendetta di settantasette volte. C’è ancora da dire che se i primo ha ucciso in un impeto d’invidia, lamec lo ha fatto per un semplice alterco ed è qui che la BJ vede il crescendo d’odio e prepotenza, un crescendo che ha il suo apice nel settanta o settantasette volte sette di Gesù, ossia 539 volte.

539 è il 539 a.C. che indica, storicamente, la caduta di Babilonia per mano di Ciro, ma noi sappiamo, o almeno il blog sa da un trentennio, che Ciro è un personaggio inventato di sana pianta e che niente ha a che fare con Babiloinia. Casomai la sua caduta è opera di Dario I, nel 486 a.C., mentre l’editto, attribuito a sempre a Ciro, è in realtà appannaggio di Artaserse e si colloca nel 464 a.C., al massimo nel 465 a.C.

Tutto questo ci parla ancora di quel crescendo di violenza omicida che caratterizza il tempo intercorso tra Caino e Abele, un crescendo che raggiunge il suo apice con Gesù nel 539 a.C. quando lo si è imposto alla storia e alla scienza uccidendo perfino Dio. Ed ecco il colmo. Caino non si è fermato in Lamec e Lamec non si è fermato giungendo fino all’omicido di Gesù e non intendiamo quello della fede ma quello storico che la cronologia uffciale ha già ucciso, ma non prima di passare però sui cadaveri dei profeti che di Lui avevano scritto, in primis Daniele, collocato nella farsa dei Maccabei facendogli saltare tutti i conti e i ponti storici.

Non mi va e non sarebbe possibile dilungarsi riassumendo trent’anni di studi, per cui ricorro alla ghematria, in particolare quella realtiva alle porte/a degli inferi (πύλη ᾅδης) che ha un valore di 537 a fronte di un editto di Ciro per la liberazione degli Ebrei datato storicamente nel 538a.C., quando però vale anche in questo caso la regola dell’anno doppio nella sua conversione al gregoriano per cui siamo nel 538/537. L’editto di Ciro, insomma, ci dice che esso fu la porta dalla quale entrò il demone deicida nella Scrittura per una spirale di violenza che non si è fermata di fronte a nulla, neppure a Dio.

Non sappiamo se abbiamo ragione, ma per noi quel perdono senza limiti si ferma di fronte a 539, cioè all’uscio di casa del diavolo e non va oltre ben sapendo contare il numero di pugnalate (menzogne) siano state inferte per far passare un omicido come un atto di morte naturale: 539