Un handicap divino

Spesso le cose belle della Bibbia e della fede sono di difficile attribuzione o, meglio, se la tradizione le ha sempre affidate ad alcuni, col senno di poi, cioè con indagini come al solito più accurate, non è che siano attribuite ad altri, ma non si sa neanche a chi, aggiungendo alle lodi stizzose del mattino anche quella del dubbio.

E’ così per il Salve Regina, per i capitoli, anzi, interi libri della Bibbia ed è così anche nel nostro caso che vuole occuparsi del Veni Sancte Spiritus che lo vede ora di uno ora di un altro come accade, mi sovviene adesso, all’Imitazione di Cristo che forse un modo per imitarla c’è: l’ha scritta colui al quale hanno fatto brillare la casa in campagna per dedicargli una bella rotonda in paese, cioè Giovanni Gersen.

Mah Cristo!, troveremo mai un po’ di pace? Sapremo mai chi ringraziare se quel salmo attribuito a Salomone chiude la raccolta di Davide (Sal 71 CEI)? Pare di no e dobbiamo rassegnarci al caos a meno che di buona lena non ci mettiamo del nostro e facciamo luce checchè ne dicano gli altri che parlano di buio.

In particolare del buio dei Secoli bui, cioè il Medioevo che poveretto ha fatto solo casino e non riesce a spicciare due parole senza metterci in ambascia. Tant’è, è vero o no che il Veni Sancte Spiritus potrebbe essere stato scritto da un balbuziente? e questo già di per sè non ce la dice tutta e non ha forse ben consigliato gli studiosi a rivolgersi ad altri?

Si dice, mi pare anche si scriva ma non ne sono certo, che Dio parla in due modi, forse tre se s’includono gli ubriachi: o con la lingua dei balbuzienti o dei lattanti e nel Veni Sanchte Spiritus lo abbiamo un balbuziente ispirato e dunque credibile.

Ma questo è difficile da usare se si vuole far luce su una paternità contesa, mentre potrebbe essere utile notare che Notker Balbulus (il balbuziente) ha iniziato la sua raccolta di lirica religiosa nel 880 e terminata nel 909 e in quest’arco di anni compare un bel 888 dopo Cristo che ben s’inserisce in una logica sacerdotale quindi liturgica che ha ispirato un calendario già ricco d’impegni.

Stiamo dicendo che il Medioevo non fu solo un periodo della storia, ma un mistero nella fede quella stessa che, proprio perchè mistero, oggi ci sfugge ignorandone le ragioni profonde che lo hanno animato. Ci siamo concentrati sui roghi e la caccia alle streghe, talvolta anche alla moglie, ma non siamo penetrati in una sensibilità che fu medioevale piena di sottigliezze e non solo di sortilegi.

Insomma Notker ha voluto celebrare a suo modo e in maniera balbuziente, cioè ispirata, l’anno che riassumeva ghematricamente Gesù nella sua scrittura greca che ha un valore di 888. Fece festa Notker all’idea di un anno, l’888 dopo Cristo, che mai più sarebbe ricapitato e tartagliando a mo’ dei santi di Dio ci ha dato il Veni Sancte Spitus.

A noi, sebbene di lingua sciolta, piace così, piace un salmo medioevale alla pari di quelli biblici che pare ovvio abbiano anche loro una precisa scaletta cronologica sacerdotale che va dal più alto al più basso, quest’ultimo contenuto nei vangeli.

Sarebbe magnifico se la critica e gli studiosi si fossero sbagliati e la produzione di Notker iniziasse proprio lo 888 dopo Cristo cosicchè essa si chiudesse nel 909 dopo Cristo che è altrettanto pregno di significati per chi ha chiari i re biblici che si aprono nel 989 a.C. con Davide re a Gerusalemme e si chiudono nel 505 a.C. con Sedecia, passando però su una fase fondamentale che è il 909 a.C. quando finì il regno unitario e il regno di Davide si scisse tanto da farci pensare che quel 909 dopo Cristo in cui Notker I di San Gallo mette fine alla sua opera segni anche un appellativo per ricordare non solo il tradimento di Giuda ma anche e più il rinnegamento di Pietro, a meno che il Notker stesso non abbia addirittura cantato a notte fonda la prima crepa nel marmo scultoreo di una Chiesa e una società oramai insanabilmente divisa al suo interno e che per questo sarebbe entrata nella sua passione e morte se è vero che il 999 -che si fa presto a far diventare 666- vede eletto un Papa mago, Silvestro II, che introduce la scienza, per di più araba con le conseguenze del caso, nel tempio medioevale della Sapienza.

E’ facile dire Medioevo o medioevale, ma noi che abbiamo tutti la lingua sciolta non ne sappiamo far uso, mentre il Notker, con un handicap, ci ha consegnato un capolavoro di spiritualità che se imparato a memoria e recitato in latino, in possesso ferrato di quella lingua, sono certo che anche i sordi potrebbero udirlo, mentre i ciechi già lo fanno.

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