Adda venì

Questo blog da sempre dà i numeri e adesso li chiede pure sebbene non in sogno ma pubblicati bellamente. Vorremmo infatti conoscere la distribuzione dei figli tra il comparto privato e pubblico, statistica sicuramente già in possesso dell’Istat ma non pubblicata o in ogni caso non conosciuta. Ovvio che se fosse vero il contrario siamo noi gli ignoranti, anche se crediamo che una questione così delicata sia ovvio che rimanga nei cassetti o nei files coperta non dal gelo, ma dal velo demografico.

C’è una questione ancora aperta, infatti, ed è la questione operaia anche se essa adesso non riposa più negli schemi otto-novecenteschi, ma è aperta e divide non le classi sociali ma la classe per eccellenza: quella lavoratrice.

Si fa presto a dirne e a parlarne, ma essa non è più l’indistinto mondo del lavoro e conta anch’essa una sua élite se quella statistica segnasse il rosso della natalità nel comparto privato, mentre quello pubblico riempie le culle tenendo giovane l’Italia.

Se così fosse appare evidente un’ingiustizia che non è più lotta di classe ma in classe perchè a un privato che arranca a fatica, abbiamo di fronte un pubblco che nasce ed è ovvio chiedersi se dipenda dall’impegno o dalla necessità.

Una necessità che a volte è un solo stipendio, la sua precarietà, la sua insufficienza e tutta un’altra serie di fattori castranti quale il tempo libero disponibile da dedicare alle necessità della famiglia e la malattia esosa che obbligano il privato a centellinare le nascite rendendolo non più doppiamente povero, ma triplamente povero.

Infatti non è più povero perchè semplicemente tale; e non è neanche più doppiamente povero perchè da almeno un secolo non ha più il Paradiso a cui aggrapparsi; ma è triplamente povero perchè neanche più in possesso del titolo che finora lo ha reso illustre: quello di proletariato.

C’è ancora insomma ancora una razza padrona ma ha cambiato faccia e c’è ancora un proletariaro sebbene evoluto secondo una statistica impietosa: nasce soltanto lui e si riproduce con la ferma certezza che se entro io ti faccio posto seguendo lo schema che fa di una classe lavoratrice una casta per un’ironia di tutto effetto se solo lei si riproduce.

Vorrei vedere quella statistica e sorridere alle lamentele di coloro che accusano le donne di essere snaturate; come vorrei vedere quella statistica per far salvi i maschi oggigiorno puttanieri e onanisti e vorrei vederla pubblicata per capire se a letto nel mondo del lavoro privato il vecchio Baffone non viene più, mentre stranamente nel pubblco si dà un gran daffare.

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